Come ho potuto notare vi sono molte foto dove i tre in questione sono ritratti, soprattutto fuori dalla pista. Il più delle volte "marchiati" dal loro vestiario professionale, ma dando l'impressione di scambiarsi affetto, rispetto, e tanta amicizia.
Nello specifico, quello a sinistra e quello al centro, in quel preciso istante, forse in cuor loro avevano già programmato ed in parte metabolizzato l'abbandono della nostra e loro beneamata F1.
Quello a destra forse concretizzava dentro di se, la decisione di far propria la stessa scelta degli altri due, se ad Abu Dhabi avesse raggiunto il suo obiettivo.
E tant'è dal 2017, Janson Button, Felipe Massa e Nico Rosberg, non ci accompagneranno più!
Non potremo più apprezzare le loro gesta in pista, più o meno nobili che dir si voglia, nemmeno carpire i loro stati d'animo connessi agli eventi, neppure sbirciare nel loro privato, impossibilitati nel proseguire la conoscenza della loro persona.
Non potranno gli avversari gareggiare più con quei tre, etichettabili ormai come una sorta di compagni di viaggio che decidono di andare altrove, verso nuove sfide e responsabilità, verso una nuova vita. La vita da Grandi!
E siccome la F1 è fatta da chi lascia, e da coloro che restano, dai rispettivi Team, ma soprattutto da tutti quelli che, come me, nel mondo la seguono, come in una grande famiglia, ognuno di noi custodirà ricordi, imprese, sorrisi, gioie e dolori, annessi e connessi, più e meno da vicino.
Molti sono gli aspetti sportivi comuni tra Janson e Nico: sono diventati Campioni del Mondo, hanno anche meritatamente vinto una volta il confronto con il loro compagno di squadra, rispondente al nome di Hamilton.
Meno sono gli aspetti sportivi comuni tra Janson, Felipe e Nico: Felipe non è diventato Campione del Mondo in quella maledetta edizione del GP del Brasile 2008, perdendo l'unico confronto diretto possibile, in tanti anni di F1, con Hamilton, appunto.
Di Janson ricorderemo il suo simpaticissimo papà, John, che regalava spesso e volentieri sorrisi all'interno del box, che più di tutto, si concedeva, in particolari momenti di gioia ed euforia, spupazzamenti innocenti delle bellissime fidanzate di suo figlio, ragazze belle e dolci che hanno accompagnato Janson nell'intero arco della sua carriera. Sempre di Janson, ricorderemo i mille sorrisi, distribuiti fuori e dentro la pista, la sua professionalità, l'immenso rispetto e signorilità profusi in lungo ed in largo, verso tutto e tutti, alcune belle imprese sul bagnato, nonché le sue sfilate di moda, talvolta.
Di Nico ricorderemo la sua attitudine alle lingue, soprattutto il suo italiano perfetto. La sua immensa disponibilità ai microfoni dei giornalisti italiani, il suo Popopopoooooopo, al pubblico di Monza, tante sue belle pole-position, ai danni del Nero, e i suoi trionfi in pista, derivanti da tenacia, passione e serietà professionale e caratteriale. Di certo molte sue sconfitte, schiaffi rimediati dal Nero sempre in pista, accompagnati da immensa onestà professionale, ed anche le sue sfilate di moda, talvolta, col Nero.
E non ultimo, il suo titolo in GP2 conseguito nel 2005. Dato di fatto che conta quando il Nero, va affermando, che in 18 anni di carriera, Nico solo ora ha raggiunto la conquista di un titolo.
Di Felipe ricorderemo, come per Nico, il suo Italiano, l'amore per la Ferrari, l'impegno nell'emergere nei confronti di compagni di squadra fortissimi, battendoli, qualche volta in pista. I suoi esordi al fulmicotone con la Sauber, gli anni un pò bui e tristi in Ferrari dall'incidente occorsogli in Ungheria nel 2009, al famigerato team-radio di Hockenheim "Felipe, Fernando is faster than you!", parole che lo hanno ferito e fatto decidere di lasciare la Ferrari, seppur senza rancore. Ma soprattutto il pianto sul gradino più alto del podio in Brasile, con la mano sul cuore e la bandiera brasiliana, davanti alla sua gente, dove gli è stata privata l'occasione della vita, mai avuta da Senna, di passare agli annali come il primo Campione del Mondo Brasiliano di F1 con la Ferrari, la Squadra Leggendaria.
Cosa altro aggiungere, un immenso abbraccio a quei bravi ragazzi, perchè è quello che sono più di tutto, con l'augurio di rivederli ogni tanto, sotto altre spoglie, ormai, ma sicuri di far risvegliare, in ognuno di noi tutti, addetti e non ai lavori, la mole dell'eredità che hanno lasciato in questi 16 anni di F1 di Janson, in questi 13 anni di F1 di Felipe, ed in questi 10 anni di F1 di Nico.
Tante grazie ragazzi!
Nello specifico, quello a sinistra e quello al centro, in quel preciso istante, forse in cuor loro avevano già programmato ed in parte metabolizzato l'abbandono della nostra e loro beneamata F1.
Quello a destra forse concretizzava dentro di se, la decisione di far propria la stessa scelta degli altri due, se ad Abu Dhabi avesse raggiunto il suo obiettivo.
E tant'è dal 2017, Janson Button, Felipe Massa e Nico Rosberg, non ci accompagneranno più!
Non potremo più apprezzare le loro gesta in pista, più o meno nobili che dir si voglia, nemmeno carpire i loro stati d'animo connessi agli eventi, neppure sbirciare nel loro privato, impossibilitati nel proseguire la conoscenza della loro persona.
Non potranno gli avversari gareggiare più con quei tre, etichettabili ormai come una sorta di compagni di viaggio che decidono di andare altrove, verso nuove sfide e responsabilità, verso una nuova vita. La vita da Grandi!
E siccome la F1 è fatta da chi lascia, e da coloro che restano, dai rispettivi Team, ma soprattutto da tutti quelli che, come me, nel mondo la seguono, come in una grande famiglia, ognuno di noi custodirà ricordi, imprese, sorrisi, gioie e dolori, annessi e connessi, più e meno da vicino.
Molti sono gli aspetti sportivi comuni tra Janson e Nico: sono diventati Campioni del Mondo, hanno anche meritatamente vinto una volta il confronto con il loro compagno di squadra, rispondente al nome di Hamilton.
Meno sono gli aspetti sportivi comuni tra Janson, Felipe e Nico: Felipe non è diventato Campione del Mondo in quella maledetta edizione del GP del Brasile 2008, perdendo l'unico confronto diretto possibile, in tanti anni di F1, con Hamilton, appunto.
Di Janson ricorderemo il suo simpaticissimo papà, John, che regalava spesso e volentieri sorrisi all'interno del box, che più di tutto, si concedeva, in particolari momenti di gioia ed euforia, spupazzamenti innocenti delle bellissime fidanzate di suo figlio, ragazze belle e dolci che hanno accompagnato Janson nell'intero arco della sua carriera. Sempre di Janson, ricorderemo i mille sorrisi, distribuiti fuori e dentro la pista, la sua professionalità, l'immenso rispetto e signorilità profusi in lungo ed in largo, verso tutto e tutti, alcune belle imprese sul bagnato, nonché le sue sfilate di moda, talvolta.
Di Nico ricorderemo la sua attitudine alle lingue, soprattutto il suo italiano perfetto. La sua immensa disponibilità ai microfoni dei giornalisti italiani, il suo Popopopoooooopo, al pubblico di Monza, tante sue belle pole-position, ai danni del Nero, e i suoi trionfi in pista, derivanti da tenacia, passione e serietà professionale e caratteriale. Di certo molte sue sconfitte, schiaffi rimediati dal Nero sempre in pista, accompagnati da immensa onestà professionale, ed anche le sue sfilate di moda, talvolta, col Nero.
E non ultimo, il suo titolo in GP2 conseguito nel 2005. Dato di fatto che conta quando il Nero, va affermando, che in 18 anni di carriera, Nico solo ora ha raggiunto la conquista di un titolo.
Di Felipe ricorderemo, come per Nico, il suo Italiano, l'amore per la Ferrari, l'impegno nell'emergere nei confronti di compagni di squadra fortissimi, battendoli, qualche volta in pista. I suoi esordi al fulmicotone con la Sauber, gli anni un pò bui e tristi in Ferrari dall'incidente occorsogli in Ungheria nel 2009, al famigerato team-radio di Hockenheim "Felipe, Fernando is faster than you!", parole che lo hanno ferito e fatto decidere di lasciare la Ferrari, seppur senza rancore. Ma soprattutto il pianto sul gradino più alto del podio in Brasile, con la mano sul cuore e la bandiera brasiliana, davanti alla sua gente, dove gli è stata privata l'occasione della vita, mai avuta da Senna, di passare agli annali come il primo Campione del Mondo Brasiliano di F1 con la Ferrari, la Squadra Leggendaria.
Cosa altro aggiungere, un immenso abbraccio a quei bravi ragazzi, perchè è quello che sono più di tutto, con l'augurio di rivederli ogni tanto, sotto altre spoglie, ormai, ma sicuri di far risvegliare, in ognuno di noi tutti, addetti e non ai lavori, la mole dell'eredità che hanno lasciato in questi 16 anni di F1 di Janson, in questi 13 anni di F1 di Felipe, ed in questi 10 anni di F1 di Nico.
Tante grazie ragazzi!
Gianluca Langella.