ORARI TV
SKYSPORTF1HD
Giovedi 20 Maggio

Libere 1 Ore 11:30 - Libere 2 Ore 15:00
Sabato 22 Maggio
Libere 3 Ore 12:00 - Qualifiche Ore 15:00
Domenica 23 Maggio
Gara Ore 15:00

DATI CIRCUITO
umero di giri 78
Lunghezza circuito 3.337 km
Distanza di gara 260.286 km
Giro record 1:14.260
Max Verstappen (2018)
ALBO D'ORO PILOTI
VITTORIE
Schumacher, Hamilton 6
Prost, Mansell, Hakkinen 3
Senna, Räikkönen, Alonso 2
Vettel, Verstappen 1
Button, Rosberg 1

POLE POSITION
Schumacher 7
Hamilton 6
Senna 4
Häkkinen, Räikkönen, Rosberg 2
Mansell, Prost, Alonso 1
ALBO D'ORO COSTRUTTORI
VITTORIE
Ferrari 12
McLaren 8
Williams, Mercedes 7
Lotus 6
Red Bull 3
Renault 1

POLE POSITION
Ferrari 13
Mercedes 9
McLaren 8
Williams 6
Lotus 5
Red Bull 2
Renault 1

“Last generation victory”
Formula 1 Gran Bretagna 1979: L'ultima per Clay, la prima per Williams


gran bretagna 1979 f1 clay regazzoni williams redf1gp| F1 GP Gran Bretagna 1979, Clay Regazzoni, Williams - Foto by Red Bull |
Era pressappoco il momento della ribalta sotto le luci dei riflettori in F1 della "creatura" di Sir Frank Williams e del suo "commilitone" Patrick Head. Un nuovo team inglese, esponente dei cosiddetti "Garagisti", con base a Didcot, al cospetto delle torri di raffreddamento della centrale elettrica della città. Era il momento per salutare per l'ultima volta dal gradino alto di un podio il ticinese Clay Regazzoni, vincitore proprio in quel GP di Gran Bretagna con la Williams FW07.



S
ilverstone 1979. Il tempio della velocità inglese, quel tracciato ricavato riqualificando la base RAF della seconda guerra mondiale in Silverstone, il teatro di fondazione della Formula 1 a partire dal 1950. Lì dove si distinse come primo vincitore della storia della massima serie l'italianissimo Nino Farina alla guida della madre della Ferrari, l'Alfa Romeo col modello da corsa nome in codice 158.

La Gran Bretagna, quella terra rivendicatrice del sommo titolo di alcova d'Europa per la Formula One World Championship, la categoria di riferimento del motorsport planetario. Dominata nei risultati e nelle statistiche all time più che altro da team e piloti non british, malgrado storici, miliari icone come BRM, Lotus, Cosworth, Tyrrell, Jim Clark, Graham Hill, Jackie Stewart, James Hunt.
Il 1979 segnò l'incipit di una riscossa britannica autoctona, sebbene quel "bastardo" team con sede allora a Colnbrook, figlio del neozelandese Bruce McLaren, portasse già in alto i colori della Union Jack in giro per il mondo. Una stagione ancora rappresentativa per l'ultimo anno dell'era di dominio delle Ferrari disegnate dall'Ing. Mauro Forghieri.

E sull'onta della dicotomia tutta interna di Maranello, tra i fregiati di default per l'iride d'annata, Scheckter e Villeneuve, la Williams mise a segno i primi colpi a bersaglio di una carriera sensazionale in termini di risultati a costellazione dello skyline F1. Il tutto con l'ausilio di una vettura vincente, la FW07 del burbero Patrick Head, con al volante l'astro nascente australiano Alan Jones e l'esperto pilota baffuto venuto dal Canton Ticino.

Clay Regazzoni aveva esperienza da vendere in quelli che rimasero gli ultimi attimi estesi di una vita nella categoria regina. Dopo la comunque gloriosa parentesi al fianco di "Highlander" Nicky Lauda alla corte di Maranello, dove sfiorò il titolo nel 1974 against il brasiliano alla guida della McLaren M23, il primo paulista a diventare campione del mondo di F1, Emerson Fittipaldi.
E fu proprio un'affermazione di esperienza quella di Regazzoni sulla pista "militare" di Silverstone, in un festival di mostri dei sorpassi e giovani canaglie pronte a sbranare senza ritegno i vecchi senatori del Circus di allora. E tra i promettenti Alan Jones, Nelson Piquet, René Arnoux e Gilles Villeneuve, e i poco più attempati John Watson, Jody Scheckter, Jean-Pierre Jarier, Jacques Laffite, la spuntò silentemente il baffo, poco svizzero di Clay.

Un successo dal sapore last generation nell'anfiteatro di casa della massima serie, dove le vetture a ruote scoperte più affascinanti del pianeta ebbero il coraggio illo tempore di succedere alle temerarie e mortali macchine del cielo. Ridondante ratifica dell'epocale passaggio di consegne tra due mondi tecnologici, all'uopo per una sana, sportiva, nella fattispecie amichevole guerra tra fazioni miste mondiali.

L'ultima vittoria di un umilissimo e generosissimo signore della F1, il trampolino di lancio per la piccola scuderia della centrale elettrica di Didcot. Quella Williams che con al timone Frank & Patrick avrebbe marchiato a fuoco e fiamme quasi tutti gli anni Ottanta e Novanta. La testimonianza chiave della grandezza della pura "razza garagista" britannica in Formula 1.

Gianluca Langella.

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