Da dove cominciare. Beh, io direi dal boato del pubblico australiano presente in circuito che ha accompagnato il sorpasso della Ferrari di Sebastian ai danni della Mercedes di Hamilton. Questo, da solo, spiega cosa è la Ferrari. Di contro, spiega, cosa non potrà mai essere la Mercedes. A prescindere.
Di illusione non trattasi, almeno per questo gran premio australiano, in quanto Gina ha brillantemente zittito tutti. In primis la velatamente beffarda Mercedes. E chi se ne frega di quello che accadrà nelle prossime gare. Una scoppola così, ci voleva.
Tante volte forse la Ferrari si è adagiata, credendo di avere grandi numeri per le mani. Puntualmente spazzata via, alla prima occasione, con un carico di decimi e decimi da limare, sempre. Ma stavolta sotto la doccia gelata vi è finita addirittura la dittatoriale stella a tre punte.
Poco conta se in Cina sarà diverso. Poco conta che alla fine l'avranno vinta comunque loro, ancora una volta. Si è ricollegato un filo che si era spezzato a fine 2015, l'anno che stava plausibilmente gettando le basi della rinascita Rossa. Un filo ripreso al volo dal Grande Sebastian, dopo momenti alquanto bui, dove, forse, sul suo taccuino personale, vi sono memorie di una stagione recente controversa. Di certo, dura da mandare giù.
Ma quella pesante pagina Sebastian l'ha voltata. Ha inghiottito il boccone amaro, assieme alla sua squadra, ed ha scritto, assieme alla sua Gina un nuovo capolavoro.
Tale capolavoro assume i connotati di una dimostrazione di forza non indifferente, di Gina ovviamente. Una dolce macchinina rossa che, a differenza delle sue vecchie sorelle, ama curare le sue quattro, nuove per tutti, gomme nere.
Perché è qui che sta su questa
bellissima vittoria.
Infatti la tipologia di
pneumatici 2017 potrebbe aver restituito alla Ferrari automatismi di gara sui quali ha fondato gran parte, e
più, del quinquennio imperiale.
Per una volta, credo fermamente
alle parole del Sig. Lauda, quando dice che non hanno sbagliato, ma che è stata
la Ferrari a batterli. Questo fa il paio col fatto che, nel caso in cui Seb
fosse balzato in testa alla gara in partenza, il passo di Gina a pista
libera, sarebbe stato assolutamente innavvicinabile. Diversamente non si
giustificherebbe l'agevole
braccaggio sul Nero a cui tutti hanno assistito nel primo stint di gara. Liberi
tutti di pensarla in altro modo.
I conti si rifaranno, certo. Il
tutto tra poco meno di 15 giorni, nella terra di Hamilton, nel senso di pista. Lì, anche
la Mercedes sarà chiamata a confermare che in Australia si sia trattato di un
semplice incidente di percorso. Sempre lì, però, la stessa Mercedes, dovrà
mettere sull'asfalto cinese tutto
il suo vero potenziale, volendo concederle il beneficio del dubbio. Volendo
tenere in considerazione la possibile presunzione
di onnipotenza con la quale
gli uomini in argento hanno affrontato il primo appuntamento stagionale.
A seguito del "come" australiano, la normale logica, comunque, dovrebbe confermare, più di tutto, la lotta serrata Mercedes-Ferrari già apprezzata. Fatto che non esclude la vittoria Mercedes, ci mancherebbe. Fatto che, nel caso in cui la Ferrari riuscisse a ripetersi, assumerà consistenza l'ipotesi che vede, pronti via, la W08 un tantino inferiore alla SF70H.
In altri termini, la palla è già nella metà campo Mercedes. La Ferrari ha, dalla sua, iniziato l'assedio al fortino di Stoccarda, pur sapendo che potrebbe ugualmente non bastare per raggiungere, già da quest'anno, il sogno iridato.
Una marea di elucubrazioni,
penserete, ma dopo quanto visto, nella terra dei canguri, tutto è auspicabile. Ma quello che si chiede alla
Ferrari è di dimostrare di essere veramente rinata. Anche perché abbiamo,
noi tutti, tanta voglia di godere dopo ormai 10 lunghi, travagliatissimi, anni.
Gianluca Langella.