Il titolo di questa prosa sembra avere un sapore di quelli antichi. Due parole che sembrano avere un'aura di celebrità, di storicità, nonché di gloria. Volendo, un suono poetico, che cela, semplicemente, il nome di un giovane agli albori.
Il giovane monegasco rappresenta il fiore all'occhiello della Ferrari Driver Academy. Un talento di cui tutti sembrano essere innamorati per le immense qualità espresse nel campionato F2 di quest'anno. Pole a ripetizione, rimonte incredibili, sorpassi esaltanti, vittorie schiaccianti. Un palmares di presentazione davvero imponente. Numeri fuori media, come dai tempi di Hamilton e Rosberg non si vedeva nella categoria propedeutica. Un pilota che, naturalmente, tutti vorrebbero al fianco di Vettel in Ferrari dal 2018.
L'alternativa Leclerc è validissima per la Rossa. Ha assunto fattezze più ampie di un semplice investimento per il futuro. Il ragazzo dimostra di essere abbastanza pronto per stare nel gruppo degli eletti, dei migliori piloti al mondo. Di contro, quel background necessario per conoscere, gestire in pieno controllo, la mole di variabili presenti in una monoposto di F1, in parte manca. La F2 è soltanto una vetrina, una dimensione utile, ma non necessaria. Girare come un'ira di Dio nei test con la Rossa, è altrettanto. Tutt'altra valenza è fare parimenti in un vero weekend di gara. Il tutto si può ridurre ad un discorso di livello di sensibilità che, attualmente, è relativamente sufficiente per affrontare le sfide imposte dalla massima serie.
Per questo, un impegno Leclerc-Ferrari 2018 potrebbe risultare prematuro, rivelandosi alquanto dispersivo. Un percorso di formazione in pista, pur breve, che in questo momento storico della Ferrari costituirebbe un lusso non contemplabile. Non trattasi di mancanza di coraggio in quel di Maranello, bensì di rispetto e protezione per un ometto impegnato nel tenere a bada scalpitanti ambizioni personali, nel filtrare titaniche aspettative altrui. Trattasi, di privilegiare la concretezza, la consistenza in pista. Due entità complementari, ottenibili solo dalla più navigata esperienza nella loro accezione più fisica.
Il talento è la base di partenza, il biglietto da visita. L'unica dote innata. Il resto, va costruito, nel nome della costanza in pista, della continuità di risultati. Il tutto, anteponendo sempre i sentimenti nobili, principalmente l'umiltà ed il sacrificio, a quelli più materiali ed istintivi, superbia ed egoismo in primis.
La pazienza, come l'intelligenza, sono le virtù dei forti, e Charles è un giovane coscienzioso, rapido di mente, apparentemente abile nel leggere ciò che lo circonda. Di concerto, urge la disputa della sua prima stagione in F1 con un ingresso diligente, lontano dai "riflettori rossi". Leclerc ha bisogno di compiere l'opera definitiva, di completare la sua preparazione, la sua crescita caratteriale e professionale, con la massima calma e serenità.
In suo potere ha solo la facoltà di gestire il tempo, di pianificare i passi, utili, per ultimare la trasformazione da promessa a Campione. Tappe fattibili in ogni dove, in dolce attesa che la Rossa gli affidi i suoi destini iridati. Più in là.
I record di precocità lasciano il tempo che trovano. Costituiscono, senza il giusto seguito, semplice materia da dimenticatoio. La sua riconoscenza, per chi lo sta "mettendo al mondo", di certo, non resterà ignorata, qualora intatta.
Gianluca Langella.
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