Giunti alla pausa estiva, la Ferrari dà una fantastica risposta a tutti gli scettici, i detrattori di turno. Una inaspettata doppietta che dirada molte nubi, che dissolve molti veleni. Una ventata di Rosso che spazza gli affanni degli ultimi GP, una gioia che restituisce quella speranza di inizio anno in tutta la sua magnificenza.
Un sogno di mezza estate che riprende corpo in tutta la sua verosimiglianza, buono per rinvigorire quella calda cupidigia iridata che, dall'esordio strabiliante della SF70H, ha pervaso tutti i Ferraristi di ogni dove.
Una SF70H che, sull'asfalto più caldo del mondiale, è stata alla stregua di un orologio svizzero. Una macchina ideale, che ha oltrepassato qualsiasi limite di perfezione assoluta possibile o immaginabile. Una sorta di leonessa ferita, viste le restrizioni FIA, che ha trovato immediatamente la leggiadria di rilanciarsi con tutta la sua veemenza, con tutta la sua regale forza. Una Ferrari che ha, sì beneficiato del tracciato ungherese, ma che senza gli aggiornamenti, soprattutto al fondo, difficilmente avrebbe ritrovato il suo magico assetto, quel distinto equilibrio. Un processo di ricostruzione e sviluppo che sembra dare buoni frutti, quantomeno, garanzie di una tenuta prestazionale relativamente una solidissima avversaria come la W08.
La Gina coadiuva il tutto, aiutando, notevolmente, i tecnici a concepire linee di sviluppo valide, a trovarne di nuove, se necessario. Un gioiellino di ingegneria, nato benissimo, la caratteristica primordiale senza la quale la doppia doppietta d'Ungheria non si sarebbe potuta mai concretizzare.
La congiunzione riguarda il lavoro magistrale e maniacale di Vettel e Raikkonen che, oltre gli episodi sfortunati, sembrano procedere di pari passo verso l'obiettivo comune di provare a riportare le corone iridate a Maranello. Incuranti delle effettive gerarchie, delle critiche, della solita smisurata pressione che orbita sulla Rossa, di giornate negative, di giornate straordinarie. Una unione di intenti che sembra rafforzarsi sempre più, che ha prodotto le eccezionali prestazioni espresse nel "kartodromo" della Formula 1. Due interpreti della beneamata SF70H che stanno esprimendo il loro enorme patrimonio velocistico. Due Campioni che stanno dimostrando quanto sia fondamentale l'esperienza per condurre questa efferata guerra, una lotta dura, almeno, tanto quanto quella Schumacher-Hakkinen del lontano 2000.
Forse, tante belle parole di un sognatore irriducibile, di un cuore totalmente rosso che gioisce per una giornata, di certo, memorabile.
Forse, idee relativamente lontane dalla realtà, idee fragilissime vista l'aleatorietà, principe, che contraddistingue questo mondiale. Forse, le idee più belle che questa Ferrari 2017 doveva infondere nell'animo dell'intero Popolo Rosso che, incondizionatamente, vive per lei.
Gianluca Langella.
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