
La notizia è quella di Charles Leclerc in rosso: troppo giovane per alcuni, troppo brillante per altri. Talentuoso per tutti. E mentre da un lato i tifosi salutano Raikkonen, dall’altro sembrano già pronti ad accogliere il giovane monegasco e a fare il tifo per lui. Ma per ogni storia esistono almeno due versioni. E la storia di Charles in Ferrari deve ancora essere scritta…
"Un talento pericoloso "
La scossa arriva alla vigilia di Singapore, un appuntamento che, sia per trascorsi che per attualità, ha il fascino della tappa-chiave del mondiale.
Charles Leclerc è quello che si potrebbe definire un predestinato: numeri da capogiro in F2, un agonismo animale nascosto dietro un viso angelico, triste. Un anno appena in F1, un anno feroce al volante di una Sauber poco competitiva, e poi il passaggio in rosso, a partire dal 2019. Scontato, per alcuni. Sorprendente per altri. Perché arrivare in Ferrari a vent’anni ti mette di fronte a un bivio, uno di quelli che non puoi far finta di non vedere.
La Ferrari è leggenda, è mito, è storia. Ed è anche responsabilità. Chiunque, in nome del Cavallino Rampante, è stato e sarà, per usare un termine forse brutale, ma senz’altro veritiero, sacrificabile. Nomi illustri e indimenticati si sono avvicendati nel “dramma rosso”: Villeneuve, Mansell, Prost, Alonso, tra i piloti più forti della F1 moderna, hanno vestito la giubba rossa senza arrivare al titolo mondiale. Lasciando da parte la storia di Gilles, unica e impossibile da riassumere in poche righe, le esperienze di Mansell, Prost e Alonso si sono rivelate deludenti. Il ribelle Mansell, l’insoddisfatto Prost, l’egocentrico Alonso: campionissimi che altrove hanno vinto e neanche poco, ma che a Maranello non hanno avuto fortuna.
Perché la Ferrari non è per tutti, questo è chiaro. Ma il discorso è vecchio e il punto, oggi, è un altro: quale sarà il ruolo di Charles in Ferrari? Ma soprattutto: cosa accadrà se il giovanissimo monegasco dovesse risultare abbastanza veloce da tener testa all’attuale primissima guida Ferrari, quel Vettel a volte bistrattato ma fondamentalmente amato, considerato l’erede in rosso di Schumacher e, in un certo senso, già incoronato campione, nonostante l’assenza della corona da cinque anni?
La Ferrari sarà capace di gestire una rivalità interna tra un quattro volte campione del mondo e un giovane arrembante dal talento forse cristallino, forse predestinato, ancorato a molti “forse” ma, senza alcun dubbio, molto “promettente”?
A Maranello hanno voglia di una rivalità interna dal potenziale così intenso?
Nessuno ha le risposte. Anche se a giudicare dai corsi e ricorsi storici, la convivenza tra Charles e Sebastian si preannuncia di fuoco.
Charles Leclerc è quello che si potrebbe definire un predestinato: numeri da capogiro in F2, un agonismo animale nascosto dietro un viso angelico, triste. Un anno appena in F1, un anno feroce al volante di una Sauber poco competitiva, e poi il passaggio in rosso, a partire dal 2019. Scontato, per alcuni. Sorprendente per altri. Perché arrivare in Ferrari a vent’anni ti mette di fronte a un bivio, uno di quelli che non puoi far finta di non vedere.
La Ferrari è leggenda, è mito, è storia. Ed è anche responsabilità. Chiunque, in nome del Cavallino Rampante, è stato e sarà, per usare un termine forse brutale, ma senz’altro veritiero, sacrificabile. Nomi illustri e indimenticati si sono avvicendati nel “dramma rosso”: Villeneuve, Mansell, Prost, Alonso, tra i piloti più forti della F1 moderna, hanno vestito la giubba rossa senza arrivare al titolo mondiale. Lasciando da parte la storia di Gilles, unica e impossibile da riassumere in poche righe, le esperienze di Mansell, Prost e Alonso si sono rivelate deludenti. Il ribelle Mansell, l’insoddisfatto Prost, l’egocentrico Alonso: campionissimi che altrove hanno vinto e neanche poco, ma che a Maranello non hanno avuto fortuna.
Perché la Ferrari non è per tutti, questo è chiaro. Ma il discorso è vecchio e il punto, oggi, è un altro: quale sarà il ruolo di Charles in Ferrari? Ma soprattutto: cosa accadrà se il giovanissimo monegasco dovesse risultare abbastanza veloce da tener testa all’attuale primissima guida Ferrari, quel Vettel a volte bistrattato ma fondamentalmente amato, considerato l’erede in rosso di Schumacher e, in un certo senso, già incoronato campione, nonostante l’assenza della corona da cinque anni?
La Ferrari sarà capace di gestire una rivalità interna tra un quattro volte campione del mondo e un giovane arrembante dal talento forse cristallino, forse predestinato, ancorato a molti “forse” ma, senza alcun dubbio, molto “promettente”?
A Maranello hanno voglia di una rivalità interna dal potenziale così intenso?
Nessuno ha le risposte. Anche se a giudicare dai corsi e ricorsi storici, la convivenza tra Charles e Sebastian si preannuncia di fuoco.
"La favola di Charles "
C’è una favola che non potrà mai essere raccontata, quella che pochi anni fa doveva recitare Jules Bianchi alla guida della Ferrari, ma il destino ha voluto altro e il sogno di Jules, un sogno di tanti, si è spezzato troppo presto.
Eppure, ci apprestiamo a raccontarne una nuova che narra di un ragazzo predestinato, dai capelli scompigliati e dal sorriso sincero che gli illumina il volto, l'emblema della fiducia riposta nella gioventù, come raramente avevamo visto nella storia della Ferrari.
Charles e Jules sono protagonisti della stessa favola, cominciata sul tracciato di kart di Brignoles. L’uno di fianco all’altro, in un mondo cinico e spietato come quello di oggi, capaci di portare un vento fresco di cambiamento a Maranello e un messaggio di speranza a tutti i giovani piloti che sognano la Formula 1.
Non posso che accogliere con gioia l’approdo in Ferrari del giovane pilota monegasco, coetaneo che seguo da anni con entusiasmo: "My father and Jules always taught me to keep my feet on the ground and never stop striving".
Charles Leclerc è umile, intelligente, veloce in pista, tenace e dotato di grande maturità e forza d’animo. Non chiamatelo una scommessa: si è laureato campione di GP3, ha dominato un campionato di Formula 2, ha dimostrato in Sauber di essere pronto per la massima serie e adesso, senza bruciare le tappe, sta per coronare il suo sogno di correre per la Ferrari.
"Dreams do come true". E se Kimi nella sua seconda esperienza in rosso non ha mai avuto la continuità per giocarsi il mondiale, Leclerc con la sua freschezza, oltre a rappresentare un nuovo stimolo per Vettel e un’ulteriore difficoltà per le Mercedes, potrebbe presto dimostrare di essere un contendente al titolo iridato. Questa della Ferrari è sicuramente una scelta coraggiosa, ma è da apprezzare: Charles potrebbe davvero essere l’uomo giusto per succedere all’ultimo vincitore di un campionato di F1 con la rossa.
"Kimi Raikkonen vince il Gran premio del Brasile ed è campione del mondo! Sembrava un sogno e invece si è realizzato. Bandiere rosse al vento!". Grazie di tutto Kimi, avresti meritato un addio diverso, ma sappi che hai scolpito emozioni irripetibili nei cuori di tutti i tifosi Ferrari.
"It’s Kimi Raikkonen on pole in Monza and on pole in Formula 1"…
Eppure, ci apprestiamo a raccontarne una nuova che narra di un ragazzo predestinato, dai capelli scompigliati e dal sorriso sincero che gli illumina il volto, l'emblema della fiducia riposta nella gioventù, come raramente avevamo visto nella storia della Ferrari.
Charles e Jules sono protagonisti della stessa favola, cominciata sul tracciato di kart di Brignoles. L’uno di fianco all’altro, in un mondo cinico e spietato come quello di oggi, capaci di portare un vento fresco di cambiamento a Maranello e un messaggio di speranza a tutti i giovani piloti che sognano la Formula 1.
Non posso che accogliere con gioia l’approdo in Ferrari del giovane pilota monegasco, coetaneo che seguo da anni con entusiasmo: "My father and Jules always taught me to keep my feet on the ground and never stop striving".
Charles Leclerc è umile, intelligente, veloce in pista, tenace e dotato di grande maturità e forza d’animo. Non chiamatelo una scommessa: si è laureato campione di GP3, ha dominato un campionato di Formula 2, ha dimostrato in Sauber di essere pronto per la massima serie e adesso, senza bruciare le tappe, sta per coronare il suo sogno di correre per la Ferrari.
"Dreams do come true". E se Kimi nella sua seconda esperienza in rosso non ha mai avuto la continuità per giocarsi il mondiale, Leclerc con la sua freschezza, oltre a rappresentare un nuovo stimolo per Vettel e un’ulteriore difficoltà per le Mercedes, potrebbe presto dimostrare di essere un contendente al titolo iridato. Questa della Ferrari è sicuramente una scelta coraggiosa, ma è da apprezzare: Charles potrebbe davvero essere l’uomo giusto per succedere all’ultimo vincitore di un campionato di F1 con la rossa.
"Kimi Raikkonen vince il Gran premio del Brasile ed è campione del mondo! Sembrava un sogno e invece si è realizzato. Bandiere rosse al vento!". Grazie di tutto Kimi, avresti meritato un addio diverso, ma sappi che hai scolpito emozioni irripetibili nei cuori di tutti i tifosi Ferrari.
"It’s Kimi Raikkonen on pole in Monza and on pole in Formula 1"…