
Il Giappone è stato interessato da un tifone, oltre quello meteorologico in concomitanza dell'appuntamento d'annata di Suzuka. Maurizio Arrivabene non tiene la sua calma, sbotta contro qualcuno delle sue fila, smonta un equilibrio sottilissimo Ferrari. Un riflesso dei guai in pista, della difficile condizione piloti, di una vettura fuori forma.
La Ferrari, da Monza in poi, è letteralmente implosa. Ne abbiamo parlato a più riprese, sperando ci fosse un minimo barlume di ripresa, e invece no. Tutto è andato sempre peggiorando. Lewis Hamilton ha vinto 5 delle ultime 6 gare, Sebastian Vettel si è visto crollare addosso le mura di un box fragile e in preda al panico.
Qui, ci dobbiamo ripetere per amor di chiarezza: Sebastian quest'anno ha le sue responsabilità, ha commesso i suoi errori, piloti perfetti non ne esistono. Ma è anche vero che mantenere la calma in queste condizioni è difficile. Era già sbottato a Spa, via radio durante le qualifiche. A Singapore è apparso demoralizzato, a Sochi e Suzuka c'ha provato.
Specialmente a Suzuka, c'ha provato, con gli esiti che ben conosciamo. In Giappone il muretto box ha compromesso tutto già al sabato, innescando, se vogliamo, la rimonta accecata di Seb che ha portato al contatto con Verstappen. L'ennesima giravolta fuori pista, il tonfo definitivo di un mondiale che attende la sola ratifica matematica.
Il male di questa Rossa viene proprio da dentro il team: dopo la morte di Sergio Marchionne, pare si siano sciolte le briglie. Stando a molte voci, Maurizio Arrivabene ha provato a imporre la propria linea scontrandosi con esponenti interni di spicco (Binotto), generando conflitti all'apparenza letali. Il tutto culminato nello sfogo del team principal italiano dopo le qualifiche giapponesi.
Come se lui fosse un'entità distaccata dal resto del Cavallino, ha pesantemente attaccato il team, dissociandosi da quanto deciso dai tattici di Maranello. Arrivabene farebbe bene, ci permettiamo di dire, a stare silente come fatto in passato. Facendosi prendere meno dai personalismi, pensando al bene di tutti. Per trovare una dimensione di incrollabile fermezza, alla Iron-Mauri anche di fatto.
La Ferrari non è al momento una squadra, e questo preoccupa pensando al 2019. Bisogna rimettere insieme i cocci di una situazione totalmente precipitata in due mesi, e c'è da scommettere che qualche testa salterà. E in tutto questo, Sebastian deve ritrovare la serenità, tornando spietato e non anche "pasticcione" com'è stato nel 2018.
Christian Caramia.
Follow @redf1gp
La Ferrari non è al momento una squadra, e questo preoccupa pensando al 2019. Bisogna rimettere insieme i cocci di una situazione totalmente precipitata in due mesi, e c'è da scommettere che qualche testa salterà. E in tutto questo, Sebastian deve ritrovare la serenità, tornando spietato e non anche "pasticcione" com'è stato nel 2018.
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