
Daniel Ricciardo ha scelto. Ha dato un calcio al team che lo ha portato ad essere fiore all'occhiello di questa modernissima, complicatissima Formula 1. Di fatto, la sua di fama è stata alimentata dalla sua grandezza, dalla sua tenacia, voglia di emergere. Dal suo talento, forse mai apprezzato seriamente da Horner & Co.. Un dovere, confuso con un diritto.
Daniel Ricciardo mette le ali e vola via, lascia la Red Bull. Si accasa in Renault. Ecco, la notizia bomba del mercato piloti d'annata è questa: Daniel si "parcheggia" nel team francese, forse in attesa che dal 2020/2021 possa finalmente approdare nelle scuderie di rango, Ferrari e Mercedes.
Scelta illogica la sua? No, ma sicuramente con le palle. Ce ne vogliono per passare a un team teoricamente inferiore lasciando Red Bull, scuderia dove Daniel è nato. Ma ora ha detto basta, STOP! Ne aveva abbastanza già da tempo della situazione lì dentro. Plausibilmente, ha compreso durante questo 2018 che Marko & Co. tengono al #3, ma quello in doppia cifra sul musetto.
Il pupillo di casa è l'olandese volante, quel muso duro che finora non ha schiantato l'australiano volante nel derby interno come forse qualcuno si aspettava. Il nativo di Perth è oramai stufo di fare i conti con strategie ai box sbagliate, con gestioni dei piloti assurde e perché no, ha anche declinato al passaggio ai motori Honda che rischia di essere a tutti gli effetti una scommessa azzardata per i "bibitari".
Insomma, Ricciardo s'è fatto due conti e ha capito che per Red Bull la strada per vincere è ancora lunga, e lui di tempo non ne vuole perdere ancora molto. Sebbene in Renault ci sarà da soffrire, lottare, sviluppare, lì dove un certo Nico Hulkenberg è attualmente il primo degli altri nella generale, e non vediamo perché Daniel debba fare peggio di lui. Figuriamoci di Sainz.
Bravo Daniel, hai avuto le palle. In Red Bull coraggio ne hanno, ma in negativo: le parole di Chris Horner, che parlano di un Ricciardo spaventato dal confronto con Max, sanno quasi di ridicolo, di diffamazione, la giusta cartina tornasole di una scuderia frustrata che dal 2014 ha perso la rotta e non riesce più a vincere.
Horner e Marko si sono lasciati scappare un grande talento, puntando forte sul nuovo che deve avanzare, senza che ancora il gioco valga la candela. Senza il supporto di tempi maturi, in un momento cruciale, di riconversione in cui lo spessore, la dedizione e l'umiltà di un professionista come il #3 avrebbero suonato come una garanzia.
Insomma, Ricciardo s'è fatto due conti e ha capito che per Red Bull la strada per vincere è ancora lunga, e lui di tempo non ne vuole perdere ancora molto. Sebbene in Renault ci sarà da soffrire, lottare, sviluppare, lì dove un certo Nico Hulkenberg è attualmente il primo degli altri nella generale, e non vediamo perché Daniel debba fare peggio di lui. Figuriamoci di Sainz.
Bravo Daniel, hai avuto le palle. In Red Bull coraggio ne hanno, ma in negativo: le parole di Chris Horner, che parlano di un Ricciardo spaventato dal confronto con Max, sanno quasi di ridicolo, di diffamazione, la giusta cartina tornasole di una scuderia frustrata che dal 2014 ha perso la rotta e non riesce più a vincere.
Horner e Marko si sono lasciati scappare un grande talento, puntando forte sul nuovo che deve avanzare, senza che ancora il gioco valga la candela. Senza il supporto di tempi maturi, in un momento cruciale, di riconversione in cui lo spessore, la dedizione e l'umiltà di un professionista come il #3 avrebbero suonato come una garanzia.
Si diceva del coraggio di Milton Keynes, una realtà sempre più controversa, dove il management attuale sembra non essere più capace di tappare le falle di una nave che affonda, lentamente. Un mondo dove l'audacia delle scelte future sembrano risuonare con un riverbero di imprudenza, cieca.
Magari se ne pentiranno, forse no. Intanto la sensazione è che in Red Bull sulla gestione dei piloti e delle lingue ci sia molto da fare. Daniel magari si pentirà, forse no. Intanto la sensazione è che l'australiano abbia optato per una nave comunque salva.
Christian Caramia.
Follow @redf1gp
Magari se ne pentiranno, forse no. Intanto la sensazione è che in Red Bull sulla gestione dei piloti e delle lingue ci sia molto da fare. Daniel magari si pentirà, forse no. Intanto la sensazione è che l'australiano abbia optato per una nave comunque salva.
Christian Caramia.
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