Il 7 settembre 2008, sulla pista che quattro anni prima aveva suggerito il passaggio di consegne a Maranello, con la vittoria di un certo giovane finlandese e la festa per il settimo titolo del Kaiser, va in scena il più bel duello tra la McLaren MP4/23 e la F2008: Kimi contro Lewis. Uno scontro che vale più di una singola vittoria al GP del Belgio o di un mondiale e che rappresenta il momento decisivo della sovrapposizione tra due generazioni di fenomeni.
S
pa-Francorchamps 2008. Hamilton è in testa alla classifica mondiale. L’unico che sembra potergli rovinare la festa, già rimandata l’anno precedente per varie ed eventuali cause, è Felipe Massa. Il ferrarista di San Paolo sta correndo la sua migliore stagione, in veste di sostituto spirituale del finlandese campione del mondo in carica, fino ad ora sfortunato e non poco; a tratti, forse, non all’altezza di se stesso. In ogni caso, sconfortato.
In Belgio, però, scatta qualcosa nella testa di Kimi. La pista è quella che preferisce: anfiteatro sinuoso e velocissimo, Spa è il luogo ideale per mettere in scena talento e predisposizione al rischio. La rincorsa al titolo sembra proibitoria per lui, a causa del ritardo in classifica, ma non impossibile. L’idea di poter recuperare quel dannato distacco accumulatosi durante la stagione e la voglia di abbattere il giovane inglese, sono tentazioni troppo grandi.
In Belgio, però, scatta qualcosa nella testa di Kimi. La pista è quella che preferisce: anfiteatro sinuoso e velocissimo, Spa è il luogo ideale per mettere in scena talento e predisposizione al rischio. La rincorsa al titolo sembra proibitoria per lui, a causa del ritardo in classifica, ma non impossibile. L’idea di poter recuperare quel dannato distacco accumulatosi durante la stagione e la voglia di abbattere il giovane inglese, sono tentazioni troppo grandi.
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Partito dalla quarta piazza, il finlandese si sbarazza presto dei rivali, incluso Hamilton, e inizia a fare il vuoto. Un dominio netto, con una Ferrari che si comporta da regina, tenuta per mano dal sovrano ideale di Spa-Franchorchamps, fin qui degno erede del Kaiser sull’asfalto belga. Lewis lo insegue: la belva feroce che abita il suo casco pare calma, consolata dai punti ipotetici guadagnati sul più diretto rivale Massa.
A rimescolare le carte, però, arriva la pioggia. Poche gocce in crescendo: l’ideale per smuovere una F1 che soffre della sua stessa perfezione tecnologica. La pista bagnata annulla gli ipotetici vantaggi tecnici ma, soprattutto, sopprime le remore, i timori: bagna la coscienza dei piloti e la loro fame di trionfo. Il duello tra Kimi e Lewis si accende a cinque giri dalla fine. I due non possono più rinunciare al corpo a corpo.
Nel momento dell’incontro ravvicinato, Hamilton va lungo alla Bus stop e taglia la chicane. Il sorpasso alla prima curva è inevitabile ma non decisivo. Raikkonen non molla, resta attaccato all’inglese, sfrutta la pista e l’asfalto che la circonda. I due rivali sono ormai immersi in una sfida che va al di là di ogni concezione matematica. Posseduti dal diavolo della competizione, vivono due giri infernali: è una questione di principio, un principio sacro.
A rimescolare le carte, però, arriva la pioggia. Poche gocce in crescendo: l’ideale per smuovere una F1 che soffre della sua stessa perfezione tecnologica. La pista bagnata annulla gli ipotetici vantaggi tecnici ma, soprattutto, sopprime le remore, i timori: bagna la coscienza dei piloti e la loro fame di trionfo. Il duello tra Kimi e Lewis si accende a cinque giri dalla fine. I due non possono più rinunciare al corpo a corpo.
Nel momento dell’incontro ravvicinato, Hamilton va lungo alla Bus stop e taglia la chicane. Il sorpasso alla prima curva è inevitabile ma non decisivo. Raikkonen non molla, resta attaccato all’inglese, sfrutta la pista e l’asfalto che la circonda. I due rivali sono ormai immersi in una sfida che va al di là di ogni concezione matematica. Posseduti dal diavolo della competizione, vivono due giri infernali: è una questione di principio, un principio sacro.
Si sfiorano. Kimi si gira. Lewis rischia di tamponare un doppiato. Assaporano entrambi la dolcissima visione dell’avversario in difficoltà e l’ossessiva e amara constatazione di vederlo scappar via di nuovo. “Agrodolcezza” all’ennesima potenza. Fino al punto di non ritorno, quello che cambia la carriera di Raikkonen: un’uscita di pista che lo condanna al muro. Fuori dalla partita. Fuori dal mondiale. Senza possibilità di appello.
Hamilton taglia il traguardo per primo. Il mondiale si avvicina… almeno in teoria. Al momento della “conta”, l’inglese paga con una penalità, forse esagerata, il precedente taglio della chicane. La vittoria va a Massa che può così gongolare, insieme al box Ferrari, per quei punti dal sapore fondamentale guadagnati sul rivale inglese. Ma ciò che è accaduto va al di là della più "banale" questione iridata d'annata.
Ciò che nessuno può immaginare in quel momento è il peso che la sconfitta belga avrà su Iceman e sulla F1 in generale. In quell’uscita di pista si cela il massacrante passaggio di consegne fra due generazioni: quella di Raikkonen e Alonso, che avrebbero potuto dominare in quegli anni, e quella di Hamilton e Vettel, quest’ultimo prossimo alla sua prima vittoria appena una settimana dopo, a Monza.
Claudio Santoro.
Follow @redf1gp
Hamilton taglia il traguardo per primo. Il mondiale si avvicina… almeno in teoria. Al momento della “conta”, l’inglese paga con una penalità, forse esagerata, il precedente taglio della chicane. La vittoria va a Massa che può così gongolare, insieme al box Ferrari, per quei punti dal sapore fondamentale guadagnati sul rivale inglese. Ma ciò che è accaduto va al di là della più "banale" questione iridata d'annata.
Ciò che nessuno può immaginare in quel momento è il peso che la sconfitta belga avrà su Iceman e sulla F1 in generale. In quell’uscita di pista si cela il massacrante passaggio di consegne fra due generazioni: quella di Raikkonen e Alonso, che avrebbero potuto dominare in quegli anni, e quella di Hamilton e Vettel, quest’ultimo prossimo alla sua prima vittoria appena una settimana dopo, a Monza.
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