Questo della foto il quadretto simbolo del post bandiera a scacchi del GP del Messico. Così come l'anno scorso, Sebastian Vettel deve andarsi a complimentare col rivale Lewis Hamilton. Stavolta per il sorpasso in termini di titoli mondiali. Sicuramente con una faccia molto meno serena di quella avuta nel 2017.
Ripartire da qui. Questo dev'essere l'imperativo per una Ferrari che piazza due vetture sul podio messicano, con Sebastin Vettel secondo davanti a Kimi Raikkonen, battuti da un Max Verstappen che quando gareggia a Città del Messico diventa incontenibile.
Gara solida, quella dei ferraristi, in particolare quella di Seb che è riuscito a scavalcare in pista un Lewis Hamilton sì Campione del Mondo ma in difficoltà con la gestione delle gomme. Le polemiche riguardo i cerchioni forati divampano, ma il mondiale è ormai andato e pensare a quello che sarebbe stato ormai non serve più.
Quello che serve è guardarsi dentro, un esame di coscienza dentro il team. Un'azione congiunta che si spera abbia iniziato il suo processo da quando, nel traumatico post Marchionne, la via maestra tenuta fino al Belgio, ed alle qualifiche di Monza, è parsa sparita di colpo, senza uno stralcio di motivazione valida.
La Ferrari deve ripartire dagli ultimi due GP per puntare al 2019 con più ottimismo e solidità. Solidità, probabilmente, mancata all'interno del team in questo 2018, ormai agli sgoccioli. Serve meno fragilità, serve dare a Vettel la giusta consapevolezza nei suoi mezzi e nella scuderia.
La faccia di ieri del tedesco sul podio e nelle interviste post gara dice tutto: contento sì, ma triste, ingabbiato in una situazione in parte creata da lui ma non del tutto. Storia risaputa, quella tra Monza e Giappone, in cui la corazzata di Stoccarda ha potuto macinare punti, chiudere il mondiale piloti con pochi affanni.
Vettel dovrà gareggiare l'anno prossimo, passate il passaggio, in maniera più intelligente, come fatto ieri, il Cavallino non potrà più permettersi sbandamenti nel percorso di sviluppo della macchina. Tutti intoppi che, vuoi o non vuoi, ci sono stati e non si possono negare. Sempre, puntando l'occhio fisso fuori dalla pista, dove è prassi giocarsi una bella fetta della partita.
L'anno prossimo dovrà esserci un pilota in Rosso a festeggiare, e non a guardare come accaduto ieri. Perché la velocità c'è, e lo stanno dimostrando di nuovo, anche se ormai fuori tempo massimo per concorrere al titolo di quest'anno. Tutta roba che suona come ultima chance, altrimenti né Sebastian né il team avranno imparato dagli errori.
Christian Caramia.
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La Ferrari deve ripartire dagli ultimi due GP per puntare al 2019 con più ottimismo e solidità. Solidità, probabilmente, mancata all'interno del team in questo 2018, ormai agli sgoccioli. Serve meno fragilità, serve dare a Vettel la giusta consapevolezza nei suoi mezzi e nella scuderia.
La faccia di ieri del tedesco sul podio e nelle interviste post gara dice tutto: contento sì, ma triste, ingabbiato in una situazione in parte creata da lui ma non del tutto. Storia risaputa, quella tra Monza e Giappone, in cui la corazzata di Stoccarda ha potuto macinare punti, chiudere il mondiale piloti con pochi affanni.
Vettel dovrà gareggiare l'anno prossimo, passate il passaggio, in maniera più intelligente, come fatto ieri, il Cavallino non potrà più permettersi sbandamenti nel percorso di sviluppo della macchina. Tutti intoppi che, vuoi o non vuoi, ci sono stati e non si possono negare. Sempre, puntando l'occhio fisso fuori dalla pista, dove è prassi giocarsi una bella fetta della partita.
L'anno prossimo dovrà esserci un pilota in Rosso a festeggiare, e non a guardare come accaduto ieri. Perché la velocità c'è, e lo stanno dimostrando di nuovo, anche se ormai fuori tempo massimo per concorrere al titolo di quest'anno. Tutta roba che suona come ultima chance, altrimenti né Sebastian né il team avranno imparato dagli errori.
Christian Caramia.
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