ORARI TV
SKYSPORTF1HD
Giovedi 20 Maggio

Libere 1 Ore 11:30 - Libere 2 Ore 15:00
Sabato 22 Maggio
Libere 3 Ore 12:00 - Qualifiche Ore 15:00
Domenica 23 Maggio
Gara Ore 15:00

DATI CIRCUITO
umero di giri 78
Lunghezza circuito 3.337 km
Distanza di gara 260.286 km
Giro record 1:14.260
Max Verstappen (2018)
ALBO D'ORO PILOTI
VITTORIE
Schumacher, Hamilton 6
Prost, Mansell, Hakkinen 3
Senna, Räikkönen, Alonso 2
Vettel, Verstappen 1
Button, Rosberg 1

POLE POSITION
Schumacher 7
Hamilton 6
Senna 4
Häkkinen, Räikkönen, Rosberg 2
Mansell, Prost, Alonso 1
ALBO D'ORO COSTRUTTORI
VITTORIE
Ferrari 12
McLaren 8
Williams, Mercedes 7
Lotus 6
Red Bull 3
Renault 1

POLE POSITION
Ferrari 13
Mercedes 9
McLaren 8
Williams 6
Lotus 5
Red Bull 2
Renault 1

“La sfida epocale”
Formula 1 Il confronto del secolo rimasto irrisolto


Innanzitutto auguri, seppur in ritardo, a te, Schumi, che il 3 Gennaio hai compiuto il tuo 47° anno di vita, nonostante tutto. Per questo secondo post in onore di Michael Schumacher, rito che si ripeterà sempre in concomitanza della ricorrenza del suo compleanno, mi viene in soccorso il giochino di Leo Turrini, alias il Nume, sul suo "Clog" al sito f1grandprix.motorionline.com.r


F1 1975-2015. Secondo la sua esperienza di vita, professionale ed emozionale, intendiamoci così, il Nume ha stilato una classifica dei 26 migliori piloti che hanno scritto pagine importanti, o meno, in questo intervallo di 40 anni di storia della Formula 1, a puntate. Bellissime storie da leggere.

E siccome sono un sostenitore del pensiero del sig. Turrini, visto le svariate comunanze di opinione sulla nostra beneamata Formula 1, carta canta, o meglio Clog, di Turrini, e Blog, questo, cantano, le sue prime due posizioni sono rappresentate dagli uomini raffigurati nella foto a corredo di questo mio secondo post "Schumacheriano".

Ovvietà assoluta, certo, anche se con, e per connotazioni differenti. Di certo tale coppia rappresenta metaforicamente l'anno zero della Formula 1 moderna.

L'argomento forse più spinoso, soprattutto per me, vista l'allora mia giovane età, che contraddistingue la carriera di Schumi è di certo il mancato confronto con Ayrton Senna. Vale anche il viceversa. Tutti sanno che questa storia si stava scrivendo nella Stagione 1994, fino ad Imola, fino a quel maledetto 1 Maggio.

Insomma, prima o poi ne avrei dovuto parlare. Fa parte della carriera di Schumi. E veniamo a noi.


La domanda del secolo: "Chi avrebbe vinto il Mondiale 1994 tra Senna e Schumacher?"


Chi può dirlo? Forse il Signore, ammesso che conoscesse in anteprima l'epilogo di quella sfida. Forse nemmeno lui.

E allora ci rimane molto poco per provare a capire come si sarebbe risolta.

La storia che vale si concentra nell'arco di 2 gran premi e qualche giro del terzo.


GP del Brasile.  La terra di Senna, che in quei tempi incarnava una divinità assoluta per il suo popolo, e non solo, battuto in gara da Schumacher dopo essere partito dalla Pole. Come? Con una delle specialità di Schumi, il sorpasso ai box.


GP del Pacifico. Schumacher si ripete vincendo indisturbato visto che Senna viene coinvolto in un contatto al via della gara dopo essere scattato dalla Pole.


GP di San Marino. Senna è terza Pole consecutiva, ma dopo qualche giro di gara, seguito da Schumacher, si schianta sulle barriere della ex curva del Tamburello mentre era in prima posizione per una avaria alla sua monoposto.


Fu l'improvvisa rottura del piantone dello sterzo della Williams FW16 del Brasiliano a mettere la parola FINE a quella storia.


Poco per sentenziare. Molto poco. La vittoria in una battaglia non significa la soluzione finale di un confronto, soprattutto perché sull'immenso talento di guida di entrambi non vi è nulla da obiettare.


Diceva Michael Jordan: "Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l'intelligenza che si vincono i campionati".


Infatti la Formula 1 non è solo il pilota, ma anche la monoposto, ed il Team. Quella del 1994 non fu una stagione esente da diatribe regolamentari, soprattutto perché era iniziata con i propositi della sfida epocale, Senna vs Schumacher.


E Senna amava anche fare politica, talvolta giustamente, ma soprattutto perché ha sempre odiato perdere.


Il motore a quei tempi valeva differenze importanti in termini di prestazione, il deficit era a carico del Ford Cosworth che equipaggiava la Benetton B194 di Schumacher. Un bel po di cavalli in meno rispetto al motore Renault della Williams FW16.


Nonostante questo vantaggio tecnico di base indiscutibile, dalla sua, Senna era convinto che la monoposto di Schumacher avesse qualche trovata tecnica irregolare. Supponeva, e ne fece menzione prima della tragedia, che la Benetton B194 fosse dotata del controllo di trazione. Il che avrebbe reso illegale la monoposto del Tedesco, visto che tale sistema elettronico era bandito dal regolamento. Nacque dunque, post scomparsa di Senna, il caso, non se ne fece niente. 


La Benetton fu incolpata di aver eliminato il filtro della valvola del sistema di rifornimento, fatto che dava un vantaggio in termini di riduzione dei tempi delle soste ai box. Ecco cosa avrebbe aiutato Schumacher a sopravanzare Senna in Brasile.

In effetti la Benetton aveva eliminato il filtro in questione, ma Mosley, l'allora Presidente FIA, ammise che fu l'azienda produttrice e fornitrice del sistema di rifornimento ad elargire informalmente il procedimento per la rimozione del filtro a tutti i Team.

Aggiungo che in tempi postumi, e non sospetti, la mossa del sorpasso ai box è stata ripetuta tantissime altre volte da Schumi, con grande successo.


Ahi noi, non se ne viene fuori, non ci sono elementi sportivi imprescindibili per sentenziare chi tra Senna e Schumacher sia stato il più grande pilota affacciatosi tra il 1975 ed il 2015.


Occorre allargare l'orizzonte temporale, focalizzarsi sul prima di Senna, e sul dopo di Schumacher. Nei tempi della breve storia che detta il quadro della sfida epocale della Stagione '94, Schumacher era poco conosciuto come uomo e professionista. Di Senna si sapeva qualunque cosa, e, il suo carattere, soprattutto quello professionale, era conosciuto da tutti.


La chiave sta nella sintesi tra l'uomo ed il pilota che è, relativamente alla sua realtà professionale di cui ne fa parte.


Tra questi due, solo ragionando così, è auspicabile trovare una risposta. Il che vale in assoluto, a prescindere da quell'eventuale vincitore, l'uno o l'altro, di quella sfida epocale, sempre che fosse arrivata a conclusione. A prescindere dai numeri di entrambe le carriere, in base ai quali il confronto non regge.


Senna, professionalmente, era un individualista, non molto incline al sacrificio di squadra, accentratore, e di conseguenza un superbo egoista polemico. Lo dimostrava, più di tutto, il suo accanimento nella ricerca della scuderia che gli potesse garantire la monoposto migliore, di anno in anno, per tutta la sua carriera. Un po come Alonso. Labile la riconoscenza per la McLaren che lo aveva consegnato agli annali.


Schumacher sembrò mostrare una parte non insita nel suo carattere, vedi il poi, sembrava soprattutto uno sfrontato pilota superbo e pieno di se. Fatto legato, si alla sua giovane età e relativa conoscenza del personaggio dagli addetti ai lavori e non, ma soprattutto alla realtà professionale in cui avrebbe dovuto sostenere la sua lotta per cercare di mandare in pensione Senna.

Briatore è sempre stato una figura schiva e poco chiara, ed ha sempre trasmesso alle sue squadre una luce grigia. Vedi la Renault di Alonso.

Contatemi sulle dita della mano, di una sola mano, gli atteggiamenti verbali leggermente polemici e/o politici dello Schumacher post Briatore, verso i regolamenti, verso il proprio Team, verso un suo leale e/o irriverente avversario. Nulla di nulla, scrivetemi se sto raccontando fandonie.


Schumacher ha allargato le prospettive di conduzione di un weekend di gara. Ha sempre lavorato in simbiosi con il Team, condividendo le scelte di approccio attivamente, talvolta mettendo il suo di pilota in secondo piano, accettando di vincere tanti gran premi con le strategie approntate, sapendo di poter contare su una squadra eccellente, e sul suo incommensurabile talento di guida.

Fatti che gli hanno permesso di tenere un rendimento in pista spaventoso, fuori media è a dir poco.

Ed ecco che le vittorie di Schumacher si allargano ai tecnici, ai meccanici, all'intera sua squadra. Il più grande di tutti che vince soprattutto grazie a chi gli sta dietro, sottolineandolo senza vergogna, bensì con orgoglio e gratitudine.

Il che non credo sia valso per Senna, in quanto le sue di vittorie, trasmettevano principalmente l'esaltazione della sua classe di pilota.

Capisco e non mi oppongo a chi si sente di rivalutare la grandezza di un pilota anche a seguito di epiloghi drammatici, come nel caso di Senna, ma per me la tragedia, non può entrare nel bilancio della valutazione che sancisce la grandezza sportiva di un atleta, nello specifico di un pilota di Formula 1.

Ragion per cui, la "S" di Schumacher tutta la vita.     

Gianluca Langella.

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