
Una strana assonanza ha pervaso l'esordio della nuova monoposto di Maranello nei test precampionato al Montmelò.
Correva l'anno 2011, il secondo di Alonso in rosso, e la nuova monoposto, la 150° Italia, aveva dato bellissime sensazioni nei test. Sull'onda della decentissima F10, che avrebbe permesso ad Alonso di vincere il mondiale all'esordio in rosso, se non fosse stato per quanto accaduto ad Abu Dhabi, il nuovo progetto avrebbe dovuto permettere una lotta per l'iride 2011 ancora più agevole.
Così pareva, prima di scoprire la triste realtà.
E quei lontani entusiasmi rossi si dissolsero definitivamente dopo l'andazzo del primo GP 2011, a Melbourne ovviamente.
La situazione odierna ha questa comunanza con quell'incolore 2011, ma potendo ragionare oltre i risultati, i connotati sono molto differenti.
Innanzitutto Sebastian, la sua gioia testimoniata dall'aver rubato il sorriso di Ricciardo, dopo essere venuto in Ferrari, da a tutti, Team, e tifosi, una consistentissima serenità. Fatto che addolcirebbe all'infinito uno ipotetico, seppur quasi impossibile, scenario negativo come quello 2011.
La cara SF15-T è stata la monoposto che ha massimizzato un concetto tecnico di base, relativamente ad aerodinamica e meccanica, che non avrebbe potuto offrire altre prospettive concrete di crescita prestazionale.
Il Team Ferrari ha ottimizzato tante risorse umane e tecnologiche, che negli anni di Alonso hanno contribuito ai disastri eventuali e non. E questi sembra un fatto di una certa rilevanza e consistenza.
Di contro vi è la situazione tecnica del principale competitor, che per evoluzione naturale e normale, venendo da due anni di dominio, e per gli stessi motivi che valgono solo l'oggi per la Ferrari, è difficile pensare ad un improvviso declino prestazionale delle frecce d'argento.
Nei test gli uomini in rosso, tutti, hanno manifestato un marcato entusiasmo, non relativo alle migliori prestazioni di giornata, di quasi tutte le solo otto giornate previste, ma relativo alle qualità mostrate dalla vettura: una buona consistenza su ritmo di gara, molto buona, una usura moderata è controllata dei compond Pirelli 2016, il tutto con entrambi i piloti.
Il livello prestazionale assoluto è finto, nel senso che sono, si,stati test di qualifica, non per Mercedes, tra l'altro, ma che hanno prodotto tempi abbastanza alti. Potrebbe essere che le monoposto 2016 siano veloci quanto quelle 2015, ma visto che Pirelli ha ammorbidito l'intero parco mescole, e visto che le Power Unit sono al loro terzo anno di sviluppo, seppur contingentato, è una eventualità impossibile.
La prova di ciò la fornisce la stessa Ferrari, infatti nelle ultime due giornate di test, Kimi fa segnare con le nuove ultrasoft, 1:22.7, mentre Seb il giorno dopo, ed ultimo, fa segnare con le vecchie supersoft 1:22.8.
Tempi finali identici a quelli finali dei test 2015.
Resta da capire cosa comporterà sullo sfruttamento dei massimi livelli prestazionali di ogni monoposto sui vari circuiti del mondiale il nuovo regolamento sulle gomme per weekend di gara. Non credo rappresenti un miracolo questa nuova misura regolamentare, ma credo possa comunque offrire a tutti una chance in più, più che mai.
Nuovo format delle qualifiche, non ci ho capito, e voluto capire, nulla. Lo scoprirò in diretta, e me ne farò un'idea ed una opinione, già sapendo che la gloriosa formula dei 12 giri era, è, e rimarrà la migliore.
Trovo stupida e noiosa la pretattica della Mercedes. Al posto loro parlerei meno, sapendo di avere di certo tutto quanto necessario e più che sufficiente per domare una eventuale fortissima Ferrari.
Ne riparleremo a GP di Australia concluso..
Gianluca Langella.