ORARI TV
SKYSPORTF1HD
Giovedi 20 Maggio

Libere 1 Ore 11:30 - Libere 2 Ore 15:00
Sabato 22 Maggio
Libere 3 Ore 12:00 - Qualifiche Ore 15:00
Domenica 23 Maggio
Gara Ore 15:00

DATI CIRCUITO
umero di giri 78
Lunghezza circuito 3.337 km
Distanza di gara 260.286 km
Giro record 1:14.260
Max Verstappen (2018)
ALBO D'ORO PILOTI
VITTORIE
Schumacher, Hamilton 6
Prost, Mansell, Hakkinen 3
Senna, Räikkönen, Alonso 2
Vettel, Verstappen 1
Button, Rosberg 1

POLE POSITION
Schumacher 7
Hamilton 6
Senna 4
Häkkinen, Räikkönen, Rosberg 2
Mansell, Prost, Alonso 1
ALBO D'ORO COSTRUTTORI
VITTORIE
Ferrari 12
McLaren 8
Williams, Mercedes 7
Lotus 6
Red Bull 3
Renault 1

POLE POSITION
Ferrari 13
Mercedes 9
McLaren 8
Williams 6
Lotus 5
Red Bull 2
Renault 1

“Fernando Alonso, l'uomo, il Divo!”
Formula 1 Il Re dimenticato dal suo regno


knockout f1 fernando alonso mclaren renault| Fernando Alonso, McLaren Renault - FOTO BY PANORAMA AUTO |
Alonso molla la compagnia, in apparenza di colpo, in realtà da tempo. Un turbinio inarrestabile le ultime battute della sua carriera, da quando si lasciò con la Ferrari. Una caduta libera verso un ultimo girone infernale, McLaren-Renault, un connubio cercato, voluto, imposto. Restano numero nove ultime apparizioni, lì lontano, dietro, tra i dannati. Bye Fernando!



"Fernando, l'uomo "

Un addio previsto da molti, da tanti visto come un “arrivederci” nella speranza di rivederlo su una vettura di F1 competitiva, degna di un talento eccelso. A fianco di questi c’è chi tira un sospiro di sollievo, stanco e a volte persino irritato dall’approccio dell’asso di Oviedo.

Fernando Alonso è stato un pilota discusso, criticato e amato, in un’accoppiata paradossale di sentimenti. Amato e odiato lo era già al suo approdo in Ferrari. Un giovane uomo ribelle, menefreghista, che ha scelto il lato oscuro per vincere con la sua Renault targata Briatore & Co.: due anni di vittorie, due anni trionfali incisi nell’albo d’oro della F1. La manifestazione di un talento cristallino, ma anche di un’insofferenza profonda alle regole non scritte di quello che è uno sport di squadra. Alonso è un egocentrico e un machiavellico, caratteristica ereditata forse da quel Briatore che, messa da parte l’indubbia tenacia agonistica, ha lasciato in questo sport una buona dose di sporcizia.

Il suo machiavellismo, Fernando lo ha messo “in mostra” quel sabato pomeriggio del 2007 a Budapest, quando si è giocato la pole a costo di toglierla (in maniera scorretta) al suo compagno di scuderia Lewis Hamilton. In altre occasioni è uscito fuori, nelle regole, con affronti e scontri al limite. E poi le ombre: la spy story McLaren, l’oscena macchinazione di Singapore, la rabbia controproducente manifestata prima contro la Ferrari e poi contro la Honda.

Al di là delle critiche (inevitabili) e del talento (indiscutibile) la domanda che ci si pone è: mancherà Alonso a questa F1? La risposta a mio avviso è sì. In un’epoca in cui i piloti vengono accusati di tutto – di essere dei rammolliti o, al contrario, di fecondare inutili polemiche – Alonso si è contraddistinto per la sua irriducibile e anche masochistica tendenza a esprimere il proprio pensiero. A costo di ferire i suoi stessi tifosi rossi; a costo di mandare in frantumi un’accoppiata dal pathos storico come quella di McLaren e Honda.

Tante, troppe polemiche, forse, per arrivare a ottenere i risultati sperati. Quelli, sicuramente, sono stati al di sotto delle aspettative. Ma dal tifoso (specialmente rosso), da chi ha tifato per lui e gioito con lui per certi piccoli miracoli sportivi, ora è forse giusto aspettarsi un saluto rispettoso a un pilota e a un uomo che di errori ne ha fatti (tanti) nella consapevolezza di poter pareggiare il conto con delle prestazioni fuori dall’ordinario.
"Alonso, il Divo "

In tutte le salse il buon Fernando Alonso preannunziava una importante decisione sul suo immediato futuro. Countdown Twitter, il mode più carino conducente alla data del 14 agosto scorso, resa così fatidica sui suoi profili social. Una enorme capacità di creare pathos, di imporsi sulla scena come fulcro del sistema, F1 in tal caso.

Il solito asturiano, quel pilota che dell'egocentrismo, della smania di protagonismo ha fatto una bandiera di una intera carriera. Ne ha fatte di tutti i colori, giustamente e talvolta non, facente sempre di restare al centro dell'attenzione non appena all'ombra dai riflettori. Nonostante gli anni di “castigo forzato”, tenuto a galla da una lingua sempre sferzante e tagliente.

Non ha mai temuto nessuno, non ha mai tenuto la bocca chiusa, anche moderato ai microfoni, di tendenza polemico verso il capro espiatorio di turno delle sue disfatte. Quanto a farci, quanto ad esserci è arduo e periglioso esercizio, l'aspetto caratteriale principe di un uomo amatissimo dai più, in nome della venerazione del carisma. Sovente, l'emblema dell'oltre le righe, anche decadente in una carismatica imperizia.

Un personaggio che si riduce all'immagine moderna di Davide, una psiche a più ampio spettro, da doppia faccia, da Golia nel pieno requisito di quel detto: Mors tua vita mea. In altri termini, Alonso è uno strumento magico, ma pericoloso, una sorta di libro delle magie che se usato sconsideratamente può ritorcersi contro. Questo, lo snodo cruciale per il varco nel suo di emisfero pilota.

Un campione del volante per una peculiarità esclusiva. Versatilità. Alonso riesce a far viaggiare qualsiasi vettura ai massimi livelli, freddamente, del tutto naturalmente. Senza se e senza ma. Forse un guaio, uno spiccato talento “attitudinale” che lo consacra come il migliore, che talvolta svierebbe, aprirebbe a scenari di progetto e sviluppo relativamente lungimiranti. Un ennesimo esercizio di audacia e paradosso. Inaudito.

Pur sempre il Re iberico della F1, un ragazzo giunto in quel lontanissimo 2001 per incrociare i suoi destini con il rosso, i rossi. Per battere Sua Maestà, Michael Schumacher, e la sua Ferrari, per perdere da quella del suo compare generazionale, Kimi Raikkonen. Per segnare quel quinquennio a Maranello denso di glorie, di illusioni e devastato di dolori. Un sovrano fagocitato anche dalla sua controversa filosofia, dalla storia in inesorabile divenire, nonostante il suo animo da cavaliere invincibile. Da Divo leggendario.

La Redazione.

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