A Sakhir era tutta scena del predestinato Charles Leclerc, dalla scintillante qualifica all'impeccabile gara. Ci s'è messo di mezzo un problema tecnico, una brutta noia che ha stroncato una gioia domenicale già esplosa. Un GP del Bahrain che ha improvvisamente virato verso l'argento Mercedes, verso il -18 di Lewis Hamilton dal 91.
C
harles Leclerc, il vento del cambiamento. Poteva essere una domenica trionfale, è stata una domenica bestiale, di quelle che fai fatica a digerire. Doveva essere una doppietta facile per la Ferrari, invece ritroviamo due Mercedes davanti a tutti, come alla prima tappa mondiale, a parti invertite.
Lewis Hamilton ha vinto in Bahrain, sorpassando Sebastian Vettel in pista e ricevendo il primo posto da un, fin lì, supremo monegasco, azzoppato da un cilindro che non voleva saperne di funzionare più (da comunicato Ferrari). Valtteri Bottas, secondo all'arrivo e graziato pure lui, mantiene la testa del campionato con un punto sull'inglese.
Lewis Hamilton ha vinto in Bahrain, sorpassando Sebastian Vettel in pista e ricevendo il primo posto da un, fin lì, supremo monegasco, azzoppato da un cilindro che non voleva saperne di funzionare più (da comunicato Ferrari). Valtteri Bottas, secondo all'arrivo e graziato pure lui, mantiene la testa del campionato con un punto sull'inglese.
In casa Ferrari, Binotto & Co. si leccano le ferite, ben consapevoli di avere cresciuto, allenato un vero fenomeno, capace di far infiammare i cuori dei ferraristi. L'inerzia è tutta a favore di Charles: veloce, spietato, coraggioso nel disobbedire ai team order, amato da tutti.
Sebastian si ritrova invece a lottare contro l'orda delle critiche dovute al testacoda seguito al sorpasso di Hamilton: l'ennesimo inciampo di un pilota forte, fortissimo, altrettanto criticato anche dai sostenitori nostrani. Una giravolta pura, non causata da contatti, prontamente ammessa dopo la bandiera a scacchi.
Il tedesco è ora chiamato al riscatto, come tante volte dopo le defaillance della passata stagione, confidando in una SF90 più robusta di quella vista sinora. Sulla quale nel deserto non ha trovato il passo del giovane compagno, faticando a tratti con la guida, nell'affiatamento con la ritrovata "Lina", quella incantevole dei test di Barcellona.
Il brunetto, amico di Jules, è il vento del cambiamento, grazie ad una fame comune solo ai grandissimi, a Max Verstappen. Sta al confuso capitano frenarlo, perché da un quattro volte iridato ci aspettiamo questo ed altro. Perché il vero nemico ora è in casa. E l'emisfero grigio della F1 non aspetta l'avversario come nel ciclismo.
Christian Caramia.
Follow @redf1gp
Sebastian si ritrova invece a lottare contro l'orda delle critiche dovute al testacoda seguito al sorpasso di Hamilton: l'ennesimo inciampo di un pilota forte, fortissimo, altrettanto criticato anche dai sostenitori nostrani. Una giravolta pura, non causata da contatti, prontamente ammessa dopo la bandiera a scacchi.
Il tedesco è ora chiamato al riscatto, come tante volte dopo le defaillance della passata stagione, confidando in una SF90 più robusta di quella vista sinora. Sulla quale nel deserto non ha trovato il passo del giovane compagno, faticando a tratti con la guida, nell'affiatamento con la ritrovata "Lina", quella incantevole dei test di Barcellona.
Il brunetto, amico di Jules, è il vento del cambiamento, grazie ad una fame comune solo ai grandissimi, a Max Verstappen. Sta al confuso capitano frenarlo, perché da un quattro volte iridato ci aspettiamo questo ed altro. Perché il vero nemico ora è in casa. E l'emisfero grigio della F1 non aspetta l'avversario come nel ciclismo.
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