ORARI TV
SKYSPORTF1HD
Giovedi 20 Maggio

Libere 1 Ore 11:30 - Libere 2 Ore 15:00
Sabato 22 Maggio
Libere 3 Ore 12:00 - Qualifiche Ore 15:00
Domenica 23 Maggio
Gara Ore 15:00

DATI CIRCUITO
umero di giri 78
Lunghezza circuito 3.337 km
Distanza di gara 260.286 km
Giro record 1:14.260
Max Verstappen (2018)
ALBO D'ORO PILOTI
VITTORIE
Schumacher, Hamilton 6
Prost, Mansell, Hakkinen 3
Senna, Räikkönen, Alonso 2
Vettel, Verstappen 1
Button, Rosberg 1

POLE POSITION
Schumacher 7
Hamilton 6
Senna 4
Häkkinen, Räikkönen, Rosberg 2
Mansell, Prost, Alonso 1
ALBO D'ORO COSTRUTTORI
VITTORIE
Ferrari 12
McLaren 8
Williams, Mercedes 7
Lotus 6
Red Bull 3
Renault 1

POLE POSITION
Ferrari 13
Mercedes 9
McLaren 8
Williams 6
Lotus 5
Red Bull 2
Renault 1

“Coppia d'oro”
Formula 1 Bahrain 2010: Alonso e Massa, solo una suggestione


bahrain 2010 gp f1 alonso massa ferrari redf1gp| F1 GP Bahrain 2010, Fernando Alonso, Felipe Massa, Ferrari - Foto by giornalemotori.com |
Un top driver che, dopo due stagioni passate in una scuderia di centro schieramento, torna in un top team, per giunta in quello più storico e celebre al mondo, non può non fare notizia. Anche se al contempo il pilota più vincente di tutti i tempi rientra in Formula 1. Anzi, pure quest'ultimo può essere facilmente messo da parte, se i suoi vecchi sostenitori possono eleggere un nuovo, unico eroe. Quel Fernando Alonso vincente in Bahrain alla guida della Ferrari F10.



S
akhir 2010. Per la seconda volta nella storia della Formula 1, la stagione iniziava in Bahrain. Il mondiale vinto dalla Brawn GP era ormai alle spalle e l'appassionato medio attendeva con ansia il ritorno a valori più consueti, in cui, per intenderci, a competere contro le rivelazioni dell'ultimo anno fossero anche i top team storici, come Ferrari e McLaren, ridotti fino a qualche mese prima a lottare per il terzo posto nel mondiale costruttori.

Tutto lasciava pensare positivo, in quel senso. In più, con l'acquisizione della Brawn GP da parte della Mercedes, anche il team di Brackley assumeva agli occhi dei tifosi una connotazione più rispettabile, in un contesto in cui, in realtà, a contare sono le performance e i millesimi di secondo e non gli anni di storia di un marchio, come ha più volte dimostrato non solo l'ascesa di squadre relativamente moderne, ma anche la fine di certe scuderie che avevano fatto la storia.
Si dibatteva a proposito della legittimità del passaggio di Michael Schumacher in Mercedes, visto come un tradimento prima che i risultati non all'altezza contribuissero alla restaurazione della sua immagine, il cui dovere percepito sarebbe stato quello di rimanere ancorato vita natural durante alla Rossa, quella Rossa sulla quale, tuttavia, non c'era più posto per lui: l'arrivo di Fernando Alonso era un messaggio chiaro e preciso... e i fan erano pronti a coglierlo.

Detestato ai tempi della Renault, quando le sue vittorie e i suoi mondiali venivano attribuiti al "fondoschiena", e ancora di più ai tempi della McLaren, quando era visto parte integrante dello spy-gate, a distanza di appena pochi anni era ormai visto sotto una nuova luce: un estremismo prima, un altro estremismo dopo, dal "male" al "bene" assoluto, quando spesso e volentieri sarebbe stata molto più coerente una via di mezzo.

Quel giorno il pilota di Oviedo partiva dalla terza casella della griglia di partenza, alle spalle del poleman Sebastian Vettel e del proprio compagno di squadra Felipe Massa, al rientro dopo il pesante infortunio dell'estate precedente. Un sorpasso al via su Massa, poi, a gara inoltrata, la rottura di uno scarico della Red Bull in prima posizione virtuale: Alonso faceva il suo esordio in Ferrari con una vittoria, il bel prologo di una storia ancora da scrivere.
Il nuovo acquisto appariva come un eroe, il suo compagno di squadra come un efficiente numero due, il cui recupero dopo l'incidente era visto come pieno. Dopo i loro insulti in mondovisione al GP d'Europa di tre anni prima potevano sembrare una strana coppia, ma ogni elemento era a loro favore: quel giorno, il nuovo tandem in rosso poteva davvero diventare perfetto, infallibile, come erano stati un tempo Schumacher e Barrichello...

Un'illusione stupenda, per tanti ferraristi desiderosi di rivivere i fasti di un tempo, ma nell'epoca sbagliata o forse, semplicemente, con la squadra sbagliata. Ancorarsi al passato sembrava l'unica risposta, più importante che cercare di costruire un presente. I fatti di Sakhir erano destinati a non ripetersi, l'unica altra doppietta negli anni di Alonso e Massa quella controversa a Hockenheim nello stesso anno.

La coppia perfetta non era tale: Alonso ha sempre dimostrato di funzionare, mentre Massa l'aveva fatto fino a quel momento, ma quella pura poesia rossa vista in Bahrain era destinata a non durare e, con grande probabilità, una seconda guida che sapesse adattarsi meglio a vetture su misura di Alonso, avrebbe potuto fare la differenza. Niente titoli, solo qualche raro evento memorabile: quella Sakhir fu senz'altro uno di questi.

Milly Sunshine.

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