ORARI TV
SKYSPORTF1HD
Giovedi 20 Maggio

Libere 1 Ore 11:30 - Libere 2 Ore 15:00
Sabato 22 Maggio
Libere 3 Ore 12:00 - Qualifiche Ore 15:00
Domenica 23 Maggio
Gara Ore 15:00

DATI CIRCUITO
umero di giri 78
Lunghezza circuito 3.337 km
Distanza di gara 260.286 km
Giro record 1:14.260
Max Verstappen (2018)
ALBO D'ORO PILOTI
VITTORIE
Schumacher, Hamilton 6
Prost, Mansell, Hakkinen 3
Senna, Räikkönen, Alonso 2
Vettel, Verstappen 1
Button, Rosberg 1

POLE POSITION
Schumacher 7
Hamilton 6
Senna 4
Häkkinen, Räikkönen, Rosberg 2
Mansell, Prost, Alonso 1
ALBO D'ORO COSTRUTTORI
VITTORIE
Ferrari 12
McLaren 8
Williams, Mercedes 7
Lotus 6
Red Bull 3
Renault 1

POLE POSITION
Ferrari 13
Mercedes 9
McLaren 8
Williams 6
Lotus 5
Red Bull 2
Renault 1

“Incrocio nel futuro”
Formula 1 Brasile 2001: L'idiota per Juan Pablo Montoya


brasile 2001 gp juan pablo montoya williams redf1gp| F1 GP Brasile 2001, Juan Pablo Montoya, Michael Schumacher, Williams, Ferrari - Foto by LatImages |
Spesso il Brasile riserva delle sorprese, adesso che il gran premio si svolge in autunno così come ai tempi in cui a Interlagos si gareggiava in primavera. A stupirci nel 2001 fu una contaminazione tra il motorsport eurocentrico e quello nordamericano: un campione di Indycar, al suo terzo gran premio in Formula 1, si mise in mostra lottando per la vittoria. Un certo Juan Pablo Montoya, alla guida della Williams, sebbene a vincere fu David Coulthard su McLaren MP4/16.


I
nterlagos 2001. Così iniziava l'ascesa di Juan Pablo Montoya, ai tempi nuovo acquisto della Williams, al giorno d'oggi ultraquarantenne brizzolato e in sovrappeso, ma ugualmente veloce e ancora impegnato al volante. Ai tempi un arrembante venticinquenne appena arrivato dagli States, dove aveva vinto un titolo e l'edizione 2000 della Cinquecento Miglia di Indianapolis. Un nome pressoché sconosciuto agli europei, non destinato a rimanere tale per molto.

Se in Australia e in Malesia poteva passare inosservato, a Interlagos, terza tappa del campionato, più di qualcuno si accorse di quel Montoya. Nonostante il suo curriculum di spessore, ma solo per gli appassionati di serie americane, ai tempi non proprio sotto gli occhi di tutti noi europei, appariva erroneamente come un "pilota uscito dal nulla"... e i piloti usciti dal nulla, quando lottano per la leadership con il campione del mondo in carica, tendono sempre a farsi notare.
Il pilota della Williams si mise dietro la Ferrari di Michael Schumacher già al secondo giro e si involò verso una potenziale vittoria. Se ce l'avesse fatta avrebbe tra l'altro riportato la scuderia di Grove sul gradino più alto del podio, sul quale aveva fatto la sua ultima apparizione nell'ormai lontano 1997. Il suo sogno si spense quando era stato superato da poco il giro di boa: doppiò alla fine della Reta Oposta una vettura e da quella vettura fu spedito ai box all'imbocco della Descida do Lago.

Il fenomeno del doppiato che innesca un incidente con il primo pilota a pieni giri è meno raro di quanto si possa pensare, sono tanti gli episodi che si potrebbero menzionare... ma buttare fuori il leader della gara, addirittura quando insegue la prima vittoria in carriera, è uno di quegli episodi difficili da dimenticare. Tra l'altro, un notevole pesce d'aprile vista la data in cui si svolse quel GP brasiliano.

Non potendo più diventare il primo pilota Williams vincente dai tempi di Jacques Villeneuve, dal momento che il suo compagno di squadra Ralf Schumacher riportò il team al successo nel seguente gran premio di San Marino, Montoya fu costretto ad accontentarsi e ad aspettare fino al GP d'Italia, prima vittoria di una serie neanche troppo estesa, vista la sua presenza in F1 per sole cinque stagioni e mezzo, passate tra Williams e McLaren.
Quell'episodio di San Paolo stava ormai cadendo nel dimenticatoio, insieme allo stesso Juan Pablo e alla sua guida poco tranquilla, che solo negli Stati Uniti non appariva troppo fuori le righe. Una caratteristica fonte di numerosi incontri ravvicinati in F1, finiti male con qualsiasi cosa avesse quattro ruote (non sempre, in realtà: in assenza di avversari, litigava anche con i tombini scoperchiati di Shanghai). Tuttavia, l'ultima Interlagos ci ha ricordato lo splendore di quell'epoca fatta di backmarker intralcianti...

La vittima del misfatto fu Max Verstappen, che diversamente da Montoya aveva già qualche vittoria all'attivo. Riuscì anche a proseguire la gara, accontentandosi di arrivare secondo e di dirne di tutti i colori al malcapitato colpevole Esteban Ocon, birichino nella resa dei conti, intento a manifestazioni di scuse poco convincenti. Spintonato in mondovisione sulle costosissime bilance FIA nel post-gara, etichettato "Idiot!" dall'olandese volante.

Per la legge del contrappasso, se vale l'idiota per il pilota che speronò Mad Max, allora doveva valere anche per colui che mise fuori gioco quella Williams FW23 diciotto anni fa. Ovvero, un pilota al volante di una Arrows arancione, stesso colore della tribuna tinta dai sostenitori del "leone senza guinzaglio". Non che questo sia l'unico legame, dal momento che il cosiddetto "idiota" per Juan Pablo fu un certo Jos.

Milly Sunshine.

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