ORARI TV
SKYSPORTF1HD
Giovedi 20 Maggio

Libere 1 Ore 11:30 - Libere 2 Ore 15:00
Sabato 22 Maggio
Libere 3 Ore 12:00 - Qualifiche Ore 15:00
Domenica 23 Maggio
Gara Ore 15:00

DATI CIRCUITO
umero di giri 78
Lunghezza circuito 3.337 km
Distanza di gara 260.286 km
Giro record 1:14.260
Max Verstappen (2018)
ALBO D'ORO PILOTI
VITTORIE
Schumacher, Hamilton 6
Prost, Mansell, Hakkinen 3
Senna, Räikkönen, Alonso 2
Vettel, Verstappen 1
Button, Rosberg 1

POLE POSITION
Schumacher 7
Hamilton 6
Senna 4
Häkkinen, Räikkönen, Rosberg 2
Mansell, Prost, Alonso 1
ALBO D'ORO COSTRUTTORI
VITTORIE
Ferrari 12
McLaren 8
Williams, Mercedes 7
Lotus 6
Red Bull 3
Renault 1

POLE POSITION
Ferrari 13
Mercedes 9
McLaren 8
Williams 6
Lotus 5
Red Bull 2
Renault 1

“Der Regenmeister”
Formula 1 Rudolf Caracciola, il nemico di Tazio Nuvolari


f1 rudolf caracciola mercedes random f1 redf1gp| F1 Rudolf Caracciola - FOTO BY @MercedesAMGF1 |
Prendete un tedesco nel 1933 e mettetelo su un’Alfa Romeo da corsa. Lasciatelo guidare sul circuito di Montecarlo fino allo schianto tremendo che gli procurerà l’accorciamento di una gamba. Toglietegli sua moglie, che nei giorni di convalescenza del marito finisce tragicamente la sua vita, travolta da una valanga. Una serie di sfortunate circostanze, di piccole e grandi tragedie che avrebbero allontanato chiunque dalla passione per i motori e la velocità. Chiunque, ma non Rudolf Caracciola.



Uno dei piloti più vincenti nella storia del motorsport, ecco Rudolf. Per il tedesco di origini napoletane, vincere era diventata quasi un’abitudine, un vizio, in special modo in condizioni da bagnato; situazioni in cui fu talmente bravo da meritarsi l’appellativo di Regenmeister (mago della pioggia) in un periodo in cui le magie le faceva un certo mantovano, il nemico numero uno di Caracciola e dell’intero “esercito” di piloti di Weimer prima e del Terzo Reich poi: il supereroe al volante Tazio Nuvolari.

Nel confronto storico, forse, l’ha spuntata Nuvolari, capace di umiliare, nel 1935, un’armata tedesca formata da piloti e macchine (queste imbattibili, almeno sulla carta), e di lasciare irritati i politici del Führer e una miriade di tifosi tedeschi accorsi al Nürburgring, tanto esigenti all’epoca (quanto oggi, d'altronde).

Al di là di questa cocente sconfitta contro Nuvolari, Caracciola può contare su una quantità e una varietà di successi degni dei più grandi della F1: record di vittorie assoluto nel GP di Germania (6), un palmares di trionfi e record ottenuti principalmente su Mercedes e Alfa Romeo: 3 titoli nel Campionato Europeo Grand Prix, la competizione che più si avvicinava, all’epoca, alla F1 odierna; su 204 gare portate a termine, ben 144 sono state quelle vinte dal pilota tedesco. E in più, un record mostruoso di velocità: 433 km/h ottenuto nel ’38 a bordo di una Mercedes.

Ma più dei risultati (notevoli) in pista, ciò che colpisce ancora oggi è l’uomo con la sua determinazione, frutto di un animo libero, per certi versi ribelle, “apolitico” (nei limiti in cui si poteva esserlo negli anni Trenta in Europa) e, soprattutto, coraggioso: Rudolf ha sopportato frequenti infortuni, che se da un lato vanno a sottolineare la “fortuna” di chi, negli anni Trenta è sopravvissuto a più di un grave incidente, dall’altro denotano una voglia di vivere sempre al limite, una necessità folle di superarsi e un amore incontenibile per le corse.

È vero, Nuvolari è passato alla storia per essere il pilota che andava oltre il limite, ma è altrettanto vero che Caracciola ha percorso una carriera molto simile, per certi versi ancora più estrema, tra infortuni, ripartenze, ricadute e poi ancora nuove ripartenze verso la vetta. Un uomo d’altri tempi ma già aperto al futuro. Un tempo, il suo, dove i piloti correvano per la bandiera, per il proprio paese, lavorando metaforicamente al fianco degli eserciti nel rafforzamento dei nazionalismi: quello che sarebbe accaduto ancora, nello sport, qualche decennio dopo, durante la Guerra Fredda.

A differenza delle premesse, Rudolf aveva l’aria di uno che correva (finalmente) per se stesso, all’insegna di una passione romantica e personalissima; un solitario, più vicino a Nuvolari e a quello che sarà il prototipo del pilota da corsa dal secondo dopoguerra in avanti, fino al 1950, quando nascerà ufficialmente la Formula 1 di Fangio e Ascari, i primi veri piloti “egocentrici” e “calcolatori” del motorsport.

«Gli uomini della Grecia antica lottarono con i loro carri a quattro cavalli, oggi li sostituiscono le nostre vetture da corsa. Il senso è rimasto lo stesso, l’ebbrezza della velocità, della lotta»
Rudolf Caracciola (1901 – 1959)

Claudio Santoro.

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