ORARI TV
SKYSPORTF1HD
Giovedi 20 Maggio

Libere 1 Ore 11:30 - Libere 2 Ore 15:00
Sabato 22 Maggio
Libere 3 Ore 12:00 - Qualifiche Ore 15:00
Domenica 23 Maggio
Gara Ore 15:00

DATI CIRCUITO
umero di giri 78
Lunghezza circuito 3.337 km
Distanza di gara 260.286 km
Giro record 1:14.260
Max Verstappen (2018)
ALBO D'ORO PILOTI
VITTORIE
Schumacher, Hamilton 6
Prost, Mansell, Hakkinen 3
Senna, Räikkönen, Alonso 2
Vettel, Verstappen 1
Button, Rosberg 1

POLE POSITION
Schumacher 7
Hamilton 6
Senna 4
Häkkinen, Räikkönen, Rosberg 2
Mansell, Prost, Alonso 1
ALBO D'ORO COSTRUTTORI
VITTORIE
Ferrari 12
McLaren 8
Williams, Mercedes 7
Lotus 6
Red Bull 3
Renault 1

POLE POSITION
Ferrari 13
Mercedes 9
McLaren 8
Williams 6
Lotus 5
Red Bull 2
Renault 1

“Antica tradizione”
Formula 1 Antonio Giovinazzi, e la compagna Alfa Romeo


antonio giovinazzi alfa romeo knockout f1| Antonio Giovinazzi, Alfa Romeo Racing - FOTO BY gqitalia.it |
L'erede di una tradizione lunga più di mezzo secolo, a partire dal primo iridato ufficiale in Formula 1, Nino Farina. Un esordio glorioso per i tricolori, tramutatosi in una sorta di meteora dalla scia esaurita, a tratti visibile con qualche lampo. Fievoli bagliori, che in quanto a barlumi nulla a che fare, per una speranza, un sogno finito sulle spalle di Antonio Giovinazzi. Un fardello pesantissimo, dallo stesso principio comune all'Alfa Romeo, altra storia motoristica familiare alle sorti degli italiani.



"Serve la zampata"

Iniziare una sfida con gli occhi degli italiani puntati addosso non è facile. Lo sa la Ferrari in primis, che a inizio stagione era un team fenomenale pronto per riaprire un ciclo di dominio mentre ora viene descritta come un’accozzaglia di brocchi e bolliti. Lo sa bene Antonio Giovinazzi, che a ventisei anni si è ritrovato in pista con una Sauber “divenuta” Alfa Romeo. Un pilota italiano su una macchina "italiana": non roba di tutti i giorni, ecco.

La responsabilità, il peso mediatico, la schizofrenia del tifo italiano – ben disposto a sostenere prima di subito e a demolire prima ancora di dopo – sono elementi che non rendono certo la vita facile a uno sportivo del Bel Paese.

Concessa questa sacrosanta premessa, se si dovesse giudicare l’operato di Giovi fin qui, il “giudizio” – se ci è concesso – non può essere granché positivo. E non si tratta solo di una mera analisi prestazionale, che può scadere facilmente in critiche sterili che non tengono conto della complessiva inesperienza nell’arco di un’intera stagione. Forse è l’approccio in pista del pilota di Martina Franca che, fino ad ora, non ha convinto appieno.

Anche senza tener conto dell’esperienza non proprio positiva del 2017 – due sole gare con una Sauber mediocre – l’impressione è quella di un pilota che, al momento, non ha ancora abbastanza “fame” di risultati. Un confronto in casa con un Kimi sì esperto, ma senza dubbio non all’apice della sua carriera, poteva essere l’occasione per esaltare la propria giovinezza, far venir fuori un guizzo, quell’impeto che un pilota bene o male “esordiente” dovrebbe essere in grado di mettere in pista, anche a costo di fare qualche sana “minchiata”.

Fin qui, la furia del giovane Antonio non s’è vista. E rischia forse di essere proprio questa la mancanza fondamentale, quella che può portare Giovinazzi lontano dal cuore dei tifosi italiani, ben disposti ad applaudire, a dare il benvenuto, quanto pronti a crocifiggere e a dimenticare.

Su, Giovi. Serve una zampata, qualcosa che rimanga nel cuore di chi, quando vede in pista un pilota italiano, sogna sempre – anche se non lo ammette – i grandi che hanno fatto del tricolore uno stendardo di questo sport.
"Dura la vita del pilota?"

Lo sa bene il “nostro” Antonio Giovinazzi, il quale dopo assaggi di pista e simulatore Ferrari, finalmente si é conquistato un sedile per disputare, almeno fino ad ora, un’intera stagione di F1. Eppure in questa prima parte di 2019, il buon Antonio, tra week end travagliati e sfortune varie, non ha raccolto quanto ci si potesse aspettare.

La velocità non gli manca, e lo ha dimostrato nelle serie inferiori, dove ha sfiorato nel 2016 il titolo piloti in GP2, battuto solo all’ultima gara dal compagno di squadra Pierre Gasly, altro pilota che non sta vivendo giorni di gloria in Red Bull. E allora, come mai questa mancanza di risultati, nonostante stia guidando una macchina “italiana”, la neonata Alfa Romeo Racing, che ben sta figurando dopo annate difficili?

Intanto, non tutti sono subito veloci e raccolgono risultati non appena cominciano un’avventura, ma c’è chi ha bisogno di più tempo per carburare, per conoscere la macchina, la scuderia, e per iniziare a raccogliere i frutti del duro lavoro. La combo italiana pilota-macchina, dopo anni e anni, è motivo di forte pressione, soprattutto per gli esigenti tifosi italici. Per la stampa che, aldilà delle sue prestazioni, forse per “paura” di perdere l’unico conterraneo in griglia, non manca di sostenere il martinese.

Però, nelle ultime due gare sembra aver tirato fuori la grinta e la determinazione che servono per avere la meglio su altrettanti forti colleghi: batte in qualifica il veterano Kimi ed entra in Q3 in modo perentorio. E, dopo i molti tentativi di agguantare il famigerato primo punto mondiale, questo è arrivato nell’ultimo appuntamento svoltosi in Austria, con una grande gara di entrambi i piloti e di tutta la scuderia Alfa, cresciuta tanto da essere in grado di insediarsi con forza nel midfield, eventualmente con delle ottime prospettive.

Che il primo punto sia il trampolino di lancio per una brillante e lunga carriera nella massima serie del motorsport per Giovinazzi? Beh, lo scopriremo solo... correndo i restanti GP dell’anno.

La Redazione.

F1 | GP Focus

F1 | Casa Verstappen 2021

RUBRICA | Quella volta in...

Random F1

Follow